CHI SIAMO

Ciao siamo Elisabetta, Andrea, Emma e Alessandro, una famiglia a cui piace viaggiare e, quando è possibile, preferisce farlo su rotaia.

Elisabetta

Potrei dire che il treno mi ricorda i viaggi in riva al mare della Liguria fatti da bambina, quando ancora le rotaie correvano a picco sull’acqua e insieme alla mia nonna partivamo dalla stazione di Tortona dirette ad Arma di Taggia. Immagini vintage di treni divisi in scompartimenti da 6, con poltroncine imbottite ricoperte di pelle marrone.

 

Ma in realtà, gli anni dell’università passati a percorrere settimanalmente la tratta Voghera – Pavia – Milano – Brescia, su treni affollati di pendolari assonnati e sudati, avevano un po’ sbiadito quel ricordo romantico delle ore trascorse a guardare il mare fuori dal finestrino o a leggere il corriere dei piccoli in compagnia del rumore ritmico del treno.

 

Sono tornata a subire il fascino della carrozza ferroviaria, dopo l’arrivo di Emma ed Alessandro, quando i viaggi in auto hanno iniziato ad essere accompagnati dall’incessante e, dopo i 200km, anche snervante domanda “quanto manca?”.

La forte limitazione di movimento imposta dall’auto infatti è spesso mal sopportata dai bambini (o almeno dai nostri), che preferiscono potersi alzare per fare qualche giretto di perlustrazione.

Per quello che riguarda me l’importante è partire, e visto che per il mal di schiena che mi affligge i viaggi su rotaia sono più sopportabili, che treno sia.

Andrea

“Eh be’ insomma, il treno è sempre il treno eh”

L’Artemio aveva proprio ragione, il treno è sempre il treno. E’ un simbolo mai sbiadito di modernità, supera i fiumi, sale sulle montagne e unisce le nazioni dall’Ottocento. Insomma il treno è insostituibile, soprattutto per chi vive ai margini dell’impero e da ragazzo voleva raggiungere la città, o semplicemente il paese di fianco.

E’ democratico, non ha la spocchia dell’aereo. Qui nessuno ti chiede il documento, niente cibi confezionati: puoi mangiarti la pizza fredda del giorno prima o tagliarti il salame (però poi pulisci!). Se sei abbastanza coraggioso puoi salirci anche senza biglietto o usarlo come tela per i tuoi graffiti.

E’ un mezzo pigro e spesso è in ritardo, proprio come me. Niente sbattimenti: parte e arriva in centro città.

E’ un mezzo comodo: ti ci puoi sdraiare, puoi dormire, leggere, mangiare, bere, giocare a carte e incontrare gente. Non devi arrivare in stazione tre ore prima, bastano 5 minuti, ti siedi sulla panchina e aspetti che si aprano le porte.

Se ti annoi puoi leggere i cartelloni con tutte le fermate, e pensare che un giorno -finalmente- potresti prendere ferie, partire e scendere a Venezia Santa Lucia o Pozzolo Formigaro (a proposito: Pozzòlo o Pòzzolo?). In fin dei conti non importa dove arriverai, basta salire e perderti guardando il paesaggio.

Non molti lo sanno, ma dal treno anche Pioltello sembra un bel posto.